Vi proponiamo un testo di Guglielmo Giaquinta su Maria, modello di santità, ma soprattutto sostegno materno nel nostro cammino alla sequela di Cristo.
In una visione di teologia antropocentrica occorre cogliere nella Madonna, alcuni valori, forse prima lasciati in ombra, quali per esempio la duplice realtà di Maria come noi e di Maria per noi.
La Madonna, come noi, era capace di soffrire; pare certo che vivesse immersa nella fede come noi e che non possa teologicamente sostenersi che in Lei vi fosse uno stato di anticipata visione beatifica. Si tratta quindi di sottolineare non tanto gli aspetti che la distanziano da noi, che la rendono unica, ma ciò che la rende vicina e simile a noi, nostro modello, nostra madre.
La teologia tradizionale sottolineava soprattutto la posizione di Maria sul piano della redenzione e quindi i due grandi momenti della sua vita in rapporto al peccato: la Madonna esentata dal peccato originale e la Madonna corredentrice perché collabora in qualche modo con Cristo a salvare il mondo.
Oggi la teologia è orientata a sottolineare non più il problema del peccato ma quello del rapporto di amore con Dio, con Cristo e, di conseguenza, con la Madonna. Non si nega la concezione precedente, ma si vede l’uomo come oggetto di amore, in un piano ed in una economia che si svolge essenzialmente su una linea di amore. L’oggetto primario del piano di Dio è l’uomo amato nella sua perfezione, senza evidentemente negare il peccato originale.
La Madonna, in quanto creatura come noi, diventa l’oggetto di questa economia di amore. In lei Dio applica con pienezza il suo piano di amore a dimostrazione di ciò che sarebbe stato l’uomo senza il peccato originale e quale deve essere nonostante tale peccato. La Madonna, per quanto può esserlo una creatura umana, esprime l’uomo perfetto.
In questa visione teologica Maria non si allontana da noi e non viene diminuita ma si avvicina a noi, è tra noi e acquista altezze incommensurabili. L’Immacolata Concezione non è più solo esenzione dal peccato originale ma dono sommo di Dio ad una creatura la quale, fin dall’inizio, è la gratia plena, è colei nella quale il Signore prima della costituzione del mondo si è compiaciuto di porre le sue delizie.
Maria è così nostro esemplare. Infatti, secondo S. Paolo (Ef 1, 4), noi siamo stati voluti da Dio prima della costituzione del mondo perché fossimo santi ed immacolati (da notare l’espressione: non semplicemente senza macchia, nel senso privativo del termine, ma santi) per essere configurati pienamente a suo Figlio.
Se siamo stati ‘cullati’ nel cuore di Dio, in una visione di santità e di immacolatezza, quanto immensamente di più ciò sarà stato vero per la Madonna. Maria è la figlia prediletta del Padre che, come tale, deve avere tutte le ricchezze, per quanto possibili ad una creatura, senza la minima opacità, senza la minima opposizione umana: modello unico di fede, senza peccato originale e, contemporaneamente, colei che può rispondere al massimo alla grazia di Dio, alle sue mozioni interiori.
Quanta tenerezza, sviluppata al massimo dalla potenza di Dio, di amore umano e soprannaturale, di fede e di contemplazione c’è nella Madonna verso suo Figlio e, contemporaneamente, quanta tenerezza e amore in Gesù infante verso sua Madre! Cristo, nella sua vita, ha sempre amato con tenerezza di bimbo sua madre, anche se alcune espressioni del Vangelo danno la sensazione di un rapporto distaccato; e quando Gesù torna ad essere povero sulla croce, ai suoi piedi c’è sua madre ed Egli la guarda con affetto di bimbo.
La Madonna Madre di Cristo ma anche madre della Chiesa e madre nostra, ci sta accanto: quando abbiamo bisogno sappiamo di poter ricorrere a lei. E’ per noi. E’ lei che ci aiuta nel nostro povero cammino verso la grande meta della perfezione e della santità. E’ Lei, la Regina Sanctorum, la Mater Sanctitatis, che un giorno ci introdurrà nella eterna patria dei santi e dei beati.
Vista così la Madonna non è, e non può essere, lontana da noi, ma diventa esemplare sul piano trinitario, cristologico ed ecclesiale, di ciò che siamo e dobbiamo fare, perché è in Lei che si trova l’attuazione completa delle grandi vocazioni alla salvezza-santità, all’inserimento in Cristo, alla donazione di Cristo ai fratelli, al servizio dei fratelli.
G. Giaquinta, Il Cenacolo, Edizioni Pro Sanctitate, 1982