La terra respira e noi non ce ne accorgiamo, la terra grida e noi ci preoccupiamo d’altro. Anzi, siamo noi ad assalirla, a violare la sua sacralità, ad attentare alla sua capacità di generare ancora vita.
La terra… Ci siamo degnati di ascoltarne la voce, il dolore, il canto, costretti a casa da una pandemia.
Ed ora che ci accingiamo a tornare ai nostri accelerati ordinari ritmi, saranno proprio i profumi e i colori della terra a mancarci particolarmente!
La terra e noi, la natura e il genere umano: due destini indissolubilmente legati, responsabili l’una dell’altro. Allontanarsi, tentare di continuare il cammino in solitaria significa condannarsi alla morte.
Papa Francesco ha fatto del problema ecologico uno dei temi prioritari affrontati nel suo pontificato e, in questi giorni, a cinque anni dalla Enciclica sulla cura della casa comune, dal titolo Laudato Sì, ci invita a riportare al centro della nostra attenzione la nostra relazione con colei che è madre, sorella, amica… la terra!
Il Papa ci interpella sul tipo di mondo che vogliamo lasciare a chi verrà dopo di noi. Non lasciamo che le cose seguano il corso dettato dagli interessi economici, dall’indifferenza, dall’egoismo e cominciamo a prenderci cura sul serio di questo tesoro inestimabile, la casa che ci ospita offrendoci i suoi frutti più prelibati e gustosi. La terra ha bisogno del poco di ciascuno per continuare a respirare e a vivere nel pieno delle sue forze e della sua bellezza! Quello che io posso fare fa la differenza
Rosanna Gagliano