Quest’anno tutti siamo obbligati ad una quaresima che ci fa fermare, che ci impone di rallentare anzi di stare a casa, privati tutti della nostra quotidianità.
Quest’anno io non potrò dire che il tempo dal mercoledì delle ceneri al giovedì santo è passato così in fretta, che ho avuto tanto da fare, che non ho potuto adempiere ai buoni propositi che mi ero prefissata per questa quaresima.
IORESTOACASA è quello che ci ripetono continuamente per arginare il piccolo, grande virus che ha messo tutti in allarme. IORESTOACASA è un dovere, ma lo è ancor di più se da tutto questo imparerò a fermarmi davvero, non per stanchezza o pigrizia, ma per coltivare davvero il rapporto per eccellenza, quello con Dio, e i rapporti con i fratelli. IORESTOACASA deve significare: il mio tempo qui e ora di cosa può essere riempito e non mi proietto in tante cose da fare dopo, penso a quello che devo programmare.
È da qualche tempo che nella mia mente e nel mio cuore risuonano forte le parole Prendersi cura e stavo cercando di capire perché continuavo a risentirle dentro e, anche, fuori di me. Oggi mi sembra che tutto possa ricomporsi come i pezzi di un puzzle del quale avevo solo la cornice, ma non il contenuto.
Prendersi cura e stavo cercando di capire perché continuavo a risentirle dentro e, anche, fuori di me. Oggi mi sembra che tutto possa ricomporsi come i pezzi di un puzzle del quale avevo solo la cornice, ma non il contenuto.
Prendersi cura avviene nella mia vita se vivo l’oggi per il Signore: oggi la mia creatività non deve essere limitata dove il limite mi è imposto, oggi che non devo cercare il tempo per la mia preghiera (distribuita tra lavoro, casa, parrocchia e Movimento) e davvero posso far mia la parola “quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. Oggi ho il tempo per fermarmi, non devo cercarlo disperatamente mi è stato dato, come sempre, in dono. E so che un dono non condiviso rischia di farmi diventare egoista e non generosa.
Oggi quanto la mia fede è messa a dura prova e quanto invece diventa per me “arma” sicura per ritrovare e infondere quella speranza che scaturisce (è ora di sperimentarlo anziché soltanto “predicarlo”) da Colui che è roccia per la mia vita. Oggi posso trovare il tempo per ringraziare, chiedere, meditare.
Oggi posso dire Mio Signore e mio Dio e sperimentare la sua vicinanza… e se non la sento? Cercarla, chiederla, supplicare che sia Lui a condurre le mie tranquille giornate e non perdermi nel riempirle perché domani avrò ancora tempo.
Che fare? Rallentare: questo dovrebbe essere il mio impegno quaresimale, dove per rallentare intendo prenditi cura del tempo e usalo per te (e il tuo rapporto con Dio) e per gli altri. Sicuramente il modo per essere vicini a quelli che amiamo lo abbiamo trovato e ora troviamolo anche per quei fratelli che il Signore ci ha messo sul cammino, ma che io troppo spesso bypasso con qualche scusa. Oggi posso dedicare parte della mia giornata a pregare per i miei fratelli, per quelli che condividono con me l’ideale che ho scelto. Oggi penso a tutti gli incontri del Movimento che scandiscono le nostre serate o i nostri weekend e posso riprendere le letture fatte troppo in fretta o poter fare due chiacchiere con gli amici che non vedo da tanto o che per qualche motivo sono stati un po’ lontani dalle nostre comunità. Oggi il tanto elogiato senso di famiglia può davvero diventare il nostro farci prossimo tra noi e con gli amici. Oggi il tema dell’anno: TUTTI SANTI, TUTTI FRATELLI possiamo viverlo, pur nel disagio di non essere vicini fisicamente, nella preghiera e nel sentire comune per implorare il Signore di liberare il mondo da questo virus e nel chiedere a Lui di custodire chi lavora in prima linea per il bene di tutti.
Allora faccio mio lo slogan usato da tutti IORESTOACASA, ma con l’impegno di Prendermi cura di me e dei fratelli perché davvero tutto questo possa essere il mio e nostro trampolino di lancio per costruire una nuova civiltà, la civiltà dell’amore dove si possa vivere la santità e la fraternità.
Adria Coppola