“La santità” è un corso di esercizi spirituali dettati dal Servo di Dio Guglielmo Giaquinta nel 1977 alle consacrate dell’Istituto Secolare delle Oblate Apostoliche, da lui stesso fondato. Come per altri corsi da lui tenuti, le meditazioni sono state trascritte e pubblicate, così da costituire un ideale itinerario che permette di cogliere la maturazione del pensiero di mons. Giaquinta sulla vita spirituale in generale e sulla vocazione alla santità in particolare. Come suggerisce lo stesso titolo, in questo testo il Servo di Dio ha raccolto le idee fondamentali attraverso le quali tentare una definizione, anzi sarebbe meglio dire una descrizione dettagliata del tema centrale della sua spiritualità e del suo carisma: la santità, come mistero da conoscere, accogliere, vivere, annunciare.
Il testo qui proposto è tratto dal capitolo “Il battesimo, radice della santità”, nel quale l’autore si sofferma sulla sacramentalità della chiamata alla santità: il battesimo costituisce il momento nel quale il Signore scrive in ciascuno il ‘codice genetico soprannaturale’, dando inizio al personale cammino di santità che per ogni battezzato si svolgerà in modo unico, in ragione del personale rapporto di amore con Dio. Il battesimo è il sacramento che racchiude ‘tutte le potenzialità del domani’ , è ‘la grande polveriera della santità’, che attende solo di realizzarsi in pienezza.
Vita nello Spirito: il Battesimo Nel pensiero di Dio c’è la volontà di giustificazione e quindi di glorificazione universale, però si deve sottolineare l’aspetto particolare del rapporto personale, per cui questa predestinazione viene «scritta» non al di fuori di noi ma dentro ciascuno di noi al momento in cui nel battesimo ciascuno riceve il proprio codice genetico soprannaturale che Dio ha voluto per ciascuno dalla eternità. Nel momento in cui Dio mi chiama, mi giustifica, mi dà il sacramento del Battesimo, in quel momento Egli scrive in me il mio codice genetico.
Il piano di conformazione a Cristo quindi è un piano personale, non qualche cosa che si va acquistando per caso, ma che ciascuno porta già scritto nella propria anima dal momento del battesimo, quando cioè Dio mette nell’anima tutte quelle che saranno le capacità e le valenze per il domani (è un discorso, logicamente, che si riferisce all’ordine spirituale).
Di conseguenza, pur parlando del battesimo come sacramento universale, cui tutti sono chiamati, si deve tener presente che esiste solo il battesimo come fatto personale (il mio battesimo) e che la assimilazione a Cristo non è una assimilazione di massima ma è la personale identificazione e la personale incorporazione in Cristo che corrisponde esattamente a quanto Egli per ciascuno ha pensato dall’eternità. Dal che segue che la mia personale vita spirituale si innesta nel mio battesimo il quale mi dà diritto alle mie grazie particolari. Non esistono le grazie in generale ma esiste l’intervento di Dio (la grazia infatti è l’intervento di Dio per le singole anime) secondo le esigenze, quasi queste fossero dei diritti, dei singoli.
E’ così che il piano di santità diventa veramente un piano di amore personale di Dio per ciascuno e la mia santità deve essere la mia personale risposta a Dio, le eventuali peripezie, problematiche, difficoltà, oscillazioni esprimono sempre un mio rapporto personale con Dio, quasi che per Dio non esista nessun altra persona al di fuori del singolo: Dio è mio ed esclusivamente mio, il Signore mi pensa, mi vuole bene, ha cura di me, mi dirige, mi conduce e un giorno mi premierà. Tale amore personale giunge a noi attraverso il sacramento del battesimo che come si è già detto, racchiude in sé tutte le potenzialità del domani e che, per questo, può essere definito come la grande polveriera della santità. C’è da notare che la effusione della grazia del battesimo non si esaurisce nel momento della amministrazione del sacramento stesso, ma si realizza in una situazione permanente per cui permane il diritto a tutte le grazie necessarie al raggiungimento della santità.
Questo significa che in qualsiasi momento chi ha ricevuto il battesimo, in quanto fratello di Cristo, figlio di Dio, erede del Padre, coerede di Cristo, può rivolgersi al Padre per chiedere quanto è necessario per la realizzazione del personale piano di Dio.
È per questo che il Signore dice: chiedete e vi sarà dato; chiedete e con certezza otterrete perché il Padre vi ama, perché io vi amo.
da “La santità” (pagg. 71-73) di Guglielmo Giaquinta