Da un po’ di giorni mi accompagna un piccolo libro che ho ritrovato… anche se sarebbe più corretto dire che è stato lui a ritrovare me!
Si intitola “Dalla testa ai piedi” e raccoglie alcune Lettere di don Tonino Bello per il tempo della Quaresima. Un vero e proprio itinerario di risurrezione che, passando per i piedi di Pietro, di Giuda, di Giovanni, di Bartolomeo e per i nostri, arriva a quelli del Risorto. E quale destinazione più bella oggi per questo nostro giorno di Pasqua!
Risuonano, colme di speranza, le parole ispirate di Madre Anna Maria Canopi: “nel cuore della notte il seme si prepara a germinare; già l’aria si va profumando di nuova primavera: ne hanno un presagio, indugiando là, nel giardino, l’ardente Maria di Magdala e l’altra Maria…”.
Mentre è ancora buio, anche noi corriamo al sepolcro, corriamo e al tempo stesso indugiamo con Maria e le altre donne, con Giovanni e con Pietro… per ascoltare, nel tempo sospeso che conclude ogni sabato santo, il misterioso silenzio che dopo ogni tempesta precede la bonaccia, dopo ogni travaglio è portatore di vita nuova. Accadrà anche a noi di avvertire i passi del Risorto, di sentire il cuore riprendere a battere quando il Maestro ci chiamerà per nome e, avvicinandoci a Lui, cingeremo i suoi piedi (Cfr. Matteo 28,9).
“La Pasqua è tutta qui”, scrive don Tonino, “Nell’abbracciamento di quei piedi essi devono divenire non solo il punto di incontro per le nostre estasi d’amore verso il Signore, ma anche la cifra interpretativa di ogni servizio reso alla gente, e la fonte del coraggio per tutti i nostri impegni di solidarietà con la storia del mondo”.
È proprio dalla contemplazione dei piedi del Risorto che oggi vogliamo ripartire, da quei piedi che hanno calpestato le strade impervie della Palestina, che sono entrati nelle case di peccatori e farisei, che hanno camminato senza sosta per incontrare, benedire, risanare. Da quei piedi bagnati dalle lacrime della peccatrice in casa di Simone, profumati da unguento prezioso, cosparsi di nardo purissimo da Maria, quell’ultima sera a Betania. Da quei piedi che, percorrendo la via dell’amore, hanno condotto Gesù a Gerusalemme e ora, crocifissi, ci spingono a donarci, come Lui, senza misura di stanchezza ai fratelli (cfr G. Giaquinta).
Ripartiamo da “quei piedi forati. Appello esigente a quell’amore verso il Signore, che ci fa scorgere il senso ultimo delle cose attraverso le ferite della sua carne trasfigurata”. Ripartiamo per rimetterci in cammino!
Gesù, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, ci precede in Galilea, là lo vedremo e gioirà per sempre il nostro cuore!
Buona Pasqua!
Alida Lo Scalzo