“Il compito del moderno educatore non è di disboscare giungle, ma di irrigare deserti”.
Questa citazione di Lewis mi ha risuonato nella testa per tutto il weekend di formazione trascorso a Roma dal 3 al 5 maggio con un gruppo di ragazzi universitari del Movimento. Lo scopo di queste giornate era proprio quello di iniziare a formarci come educatori ed animatori per le prossime esperienze, ma essere educatori non è una cosa semplice: è necessario infatti aver già maturato e aver fatto propri certi messaggi ed ideali, quegli stessi ideali che stanno alla base del Movimento Pro Sanctitate.
Tutti noi che abbiamo partecipato a questo stage formativo molto probabilmente non saremmo a questo punto del nostro percorso di crescita se non fosse stato per coloro che in prims
hanno scommesso su di noi. Ognuno viene da posti e contesti diversi, ha percorso strade disparate ed è approdato alla vita del Movimento in maniere differenti. Ciò che però accomuna tutti è l’accompagnamento delle nostre educatrici, le Oblate, che ci hanno seguiti nella nostra maturazione, si sono messe in gioco per noi e ci hanno aiutati nei momenti importanti della nostra vita.
Oggi, attraverso il loro esempio, possiamo veramente capire cosa significhi essere educatori Pro Sanctitate: ovvero essere guide e testimoni, avere la capacità di non fermarsi alle apparenze e credere sempre nel Bene che abita in ognuno. Il loro supporto costante ci ha aiutati a formare le nostre coscienze, a fare discernimento e ad educarci nella vita interiore. Come ci è stato spiegato in questi giorni, un buon animatore deve educare, dal latino edoceo, ovvero “tirare fuori” tutto ciò che esiste di bello nelle persone.
Sono tante le persone che si sono messe al servizio di noi giovani; mi riferisco alle Oblate ma anche alle professoresse che, aderendo fermamente agli ideali del Movimento, si sono impegnate affinché anche noi potessimo scoprire la bellezza di questo Amore. Un grazie va quindi a tutte coloro che, con la loro testimonianza, ci hanno portati a fare nostri i valori di ottimismo, fiducia, empatia, autenticità ed umiltà; valorizzando il positivo in noi, ci hanno permesso di scoprire quanto tutti siamo preziosi agli occhi di Dio. Tocca a noi, adesso che ne abbiamo la possibilità, provare a restituire e a condividere tutto il bene che abbiamo ricevuto e che sempre continueremo a ricevere.
Claudia Torrisi