L’estate è il tempo dell’incontro, della narrazione delle altre stagioni dell’anno: l’autunno, l’inverno, la primavera. Gli incontri di quest’estate sono caratterizzati soprattutto dalle vicende dell’inverno appena trascorso, un inverno faticoso quello del 2020! Sento risuonare nel cuore le parole del Vescovo di Bergamo, Mons. Francesco Beschi:
- “6000 morti! Abbiamo salutato 26 sacerdoti, in un giorno ho benedetto tutt’insieme 400 urne poste tutte su un camion dell’esercito…” Mentre ascoltavo queste parole, vedevo la sua espressione triste, gli occhi lucidi e la ripetizione delle stesse parole: “si è aperta la cabina del camion e lì dentro c’erano 400 persone… ho benedetto 400 persone… niente può essere più come prima…sono stato vicino ai miei sacerdoti mai come in quei giorni, è uno stile che bisogna mantenere, ne abbiamo bisogno”.
- L’incontro con il Vescovo di Mantova, Mons. Marco Busca…la narrazione di un tempo quello del lockdown caratterizzato da tanta creatività apostolica, dal desiderio di essere vicini ai fedeli in tanti modi, la condivisione, la preghiera…
- L’incontro con il rettore del seminario di Brescia, don Sergio Passeri…il racconto di mesi difficili, quelli vissuti in seminario con tanti seminaristi colpiti dal virus, l’esperienza della sofferenza ma anche della comunione e del coraggio…
- Poi il mio ritorno a Troina: vedere i segni del Covid 19 nel volto di mio padre improvvisamente invecchiato, smagrito, non perché sia stato contagiato ma per le conseguenze del lockdown che lo ha costretto a non uscire più, a cambiare stile di vita a 90 anni!
È un Dio vestito con i panni della fragilità umana quello che sto incontrando in questa estate nei racconti di chi contagiato dal virus è stato costretto a rimanere recluso in una stanza di ospedale da solo per più mesi, segnato da un’esperienza di solitudine ma anche di fiducia e abbandono.
E poi la domanda: che cosa ci riserba il futuro? Verranno le altre stagioni? Tornerà la primavera con i suoi racconti? Gli incontri di quest’estate sono testimonianza del fatto che è proprio il vestirsi di Dio con i panni della fragilità umana che ce lo rende più vicino… Da qui la scintilla di empatia con gli uomini che lo riconoscono uno di loro…
Antonella Ruggeri