È una estate particolare quest’anno. Dopo mesi di chiusura causa Covid 19, di certo non si chiuderà il bar per ferie. Niente sveglia più tardi, passeggiate lungo il mare, capatina in montagna a trovare la zia, cene con amici: cose che fanno sentire le attenzioni di Dio che ti sta accanto, nel riposo, nella natura e nelle relazioni.
Allora? Allora invece di contemplare la spiaggia accarezzata dalla brezza marina con i gracili corpi oziosi sdraiati per la tintarella di stagione, contemplo ammirata lo spiazzale davanti al mio bar a mezzogiorno con i suoi 38 gradi e più, pieno di mezzi pesanti e di rudi uomini semi coperti da divise arancio-fluo, super abbronzati, quasi cotti da quel sole che dalle 8 del mattino fino alle 16 del pomeriggio impietoso trova dimora sui loro corpi, esposti nei cantieri sulla A19 o sulla seconda linea ferroviaria in costruzione, ora in cerca di una sosta all’ombra a dissetarsi con una bibita fresca o una granita. Le mie orecchie sempre discrete ma attente nel ricercare il bello e il buono di questa immagine di Dio che è la nostra umanità, si lasciano catturare da una conversazione che alcuni operai intavolano al banco. Oggetto dell’argomento: un collega che per età, salute o altro non riusciva a stare a passo con loro e la loro preoccupazione perché potesse essere collocato in altra postazione dove poter star meglio, non perdere il lavoro, e non correre rischi potendo dare il meglio di se. Questa delicatezza e cura mi hanno profondamente commossa e fatto ringraziare Dio per questa umanità bella che si cura dell’altro con semplici gesti e attenzioni
Continuo a contemplare… È passato da qualche ora il meriggio e lo spiazzale sempre assolato adesso è vuoto, dei bimbi giocano a rincorrersi e un coro di uccellini esegue fantasiose partiture, un venticello leggero fa vibrare le fronde degli alberi come fossero archi ad accompagnare ora la melodia degli uccelli e poi il canto della cicala che da solista austera ricorda che siamo in piena estate.
Una sinfonia diretta magistralmente dal Divino Direttore accarezza il cuore e mi fa sentire immersa nell’eternità, in un vissuto che sa di nostalgia di casa, di cose buone, di ricordi vissuti nel tempo, di persone care che ora vivono nell’immenso Cielo, che sovrasta questa piazza e comincia a tingersi di giallo-arancio e rosa e non sai spiegarti come riesce ogni giorno a stupirti con colori sempre nuovi e irripetibili.
Inizia a imbrunire, la calura del giorno lascia ora posto a una timida frescura, supportata dai massari che irrigano gli aranceti, perché non ci sono orari per chi lavora in campagna. Nell’aria si diffonde il profumo dell’erba secca bagnata, che si unisce al delicato gelsomino e alla plumeria, i colori forti della natura che fino a qualche ora fa erano illuminate dal sole adesso si fanno tutti più scuri e si lasciano accarezzare dal bianco della luna che regina domina il blu del cielo trapuntato di stelle…
Si è fatto tardi, contemplo il silenzio dialogante della notte estiva che porta in se il mistero della vita, di quella vita che ogni giorno è dono, abitata da gioie e dolori, da ansia e spensieratezza, da lavoro e preghiera, da sguardi, incontri, parole, suoni, odori … una vita piena di Dio, una estate ricca di Lui, presenza costante, reale, significativa, disposta a riempirti la vita se solo lo vuoi o a rimanere discreto fuori dalla porta del tuo cuore se non lo senti necessario.
Adesso Buona notte mio Signore e mio Tutto, vorrei continuare a contemplare la notte e poi il passaggio al nuovo giorno, certa che non smetterei di scoprire tanto e tanto ancora … ma dopo una faticosa giornata di lavoro sento una certa stanchezza, benedetta pure questa che mi ricorda di essere tua creatura, e che ogni giorno che ci viene dato è un giorno in più per conoscerTi nelle meraviglie del creato, per seguirtTi in tutte le situazioni della vita , per amarTi negli altri che mi poni accanto o di passaggio e per servirTi ovunque sono.
Daniela Granata